Riassunto rapido
- Cos’è: un regime fiscale agevolato pensato per chi ha una Partita IVA e guadagna meno di 85.000 € all’anno.
- A chi conviene: a chi ha pochi costi, è all’inizio dell’attività o vuole una gestione fiscale semplificata.
- Vantaggi: tassazione ridotta (5% o 15%), niente IVA né ritenute, contabilità semplificata.
- Limiti: soglia di ricavi, esclusioni per alcune attività e incompatibilità con lavoro dipendente in certi casi.
1. Cos’è il regime forfettario
Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato destinato a persone fisiche titolari di Partita IVA, introdotto per semplificare gli obblighi fiscali e ridurre la pressione fiscale per piccoli imprenditori, freelance, artigiani e professionisti.
È pensato per chi lavora in proprio e non supera determinati limiti di fatturato. Si chiama “forfettario” perché le imposte non si calcolano sui ricavi effettivi meno i costi reali, ma su una percentuale fissa dei ricavi stabilita per legge.
2. Chi può accedere al regime forfettario
Puoi accedere al regime forfettario se:
- Sei una persona fisica con Partita IVA (non una società)
- Hai ricavi annui inferiori a 85.000 €
- Hai sostenuto spese per lavoro dipendente e collaboratori inferiori a 20.000 € lordi
- Non partecipi a società di persone, associazioni o Srl (salvo alcune eccezioni)
- Non eserciti un’attività prevalente nei confronti di un ex datore di lavoro (nei due anni precedenti)
Sono ammessi:
- Liberi professionisti (con o senza albo)
- Freelance
- Commercianti
- Artigiani
3. Come funziona la tassazione (spiegata con esempi semplici)
Nel regime forfettario non si pagano le tasse su tutto ciò che incassi, ma su una parte dei ricavi, calcolata con una percentuale fissa stabilita in base all’attività che svolgi.
Questa percentuale si chiama coefficiente di redditività e serve per stimare quanto “guadagni davvero”.
Una volta calcolato il reddito, su quello si applica un’unica imposta sostitutiva, che include IRPEF, addizionali regionali/comunali e imposta sul reddito.
Ecco come si calcola, passo per passo.
Esempio pratico (professionista con coefficiente 78%)
- Fatturato annuo: 30.000 €
- Coefficiente di redditività: 78%
- Reddito imponibile: 30.000 € × 78% = 23.400 €
- Imposta sostitutiva: 15% di 23.400 € = 3.510 €
Perché si parla di 15% o 5%?
- 15%: è l’aliquota standard del regime forfettario
- 5%: è una riduzione temporanea prevista per chi apre una nuova attività e ha determinati requisiti, come non aver esercitato attività simili nei tre anni precedenti
Questa imposta sostituisce tutte le tasse sul reddito che si pagano normalmente nel regime ordinario. Non devi versare IRPEF, né addizionali regionali o comunali.
Come sapere qual è il tuo coefficiente?
Il coefficiente di redditività dipende dal codice ATECO scelto quando apri la Partita IVA.
Ecco alcuni esempi:
Tipo di attività | Coefficiente |
---|---|
Consulenti e professionisti | 78% |
Commercianti | 40% |
Artigiani | 67% |
Servizi di alloggio | 40% |
Quindi, se un commerciante incassa 30.000 €, il suo reddito imponibile sarà 30.000 € × 40% = 12.000 €, su cui poi si applica l’imposta sostitutiva.
4. Contributi INPS nel regime forfettario
Oltre all’imposta sostitutiva (il famoso 15% o 5%), chi ha la Partita IVA deve versare anche i contributi previdenziali all’INPS.
Questi contributi servono a costruire la tua pensione futura e a garantirti l’assistenza sanitaria. Sono obbligatori per legge, anche se hai pochi incassi o nessuno.
Ma quanto si paga?
Dipende dal tipo di attività:
Attività | Gestione INPS |
---|---|
Professionista senza albo | Gestione Separata INPS |
Commerciante | Gestione Commercianti INPS |
Artigiano | Gestione Artigiani INPS |
Professionista con albo | Cassa previdenziale dedicata |
Caso 1: Professionisti e freelance (Gestione Separata)
Pagano un contributo in percentuale sul reddito imponibile (cioè dopo l’applicazione del coefficiente di redditività).
La percentuale attuale è circa 26%, variabile di anno in anno.
Esempio:
- Fatturato: 30.000 €
- Coefficiente (78%): 30.000 € × 78% = 23.400 €
- Contributi INPS: 23.400 € × 26% = 6.084 €
Caso 2: Artigiani e commercianti
Pagano contributi fissi ogni anno, anche se non fatturano nulla.
Nel 2025, il minimo da versare è di circa 4.500 € l’anno, diviso in 4 rate.
Se si superano certe soglie di reddito, si aggiunge un contributo variabile in percentuale.
Esempio:
- Contributi fissi: 4.500 € (su reddito minimale fino a 18.555 €)
- Reddito imponibile: 20.000 €
- Quota aggiuntiva: 1.445 (20.000 – 18.555) × 24% (artigiani) = 346,80 €
- Totale: 4.500 + 346,80 = 4.846,80 €
(Le percentuali variano: 24,48% per commercianti, 24% circa per artigiani, salvo riduzioni.)
I contributi sono deducibili
Buona notizia: l’importo dei contributi che versi all’INPS può essere dedotto dal reddito imponibile su cui calcoli le tasse.
Questo significa che paghi meno imposta sostitutiva.
Esempio:
- Reddito imponibile (dopo coefficiente): 20.000 €
- Contributi INPS: 4.846,80 €
- Reddito su cui calcoli l’imposta: 20.000 – 4.846,80 = 15.153,20 €
- Imposta (15%): 2.272,98 €
E se hai un altro lavoro?
- Se hai già un lavoro dipendente a tempo pieno e con INPS, potresti essere esonerato dal versamento dei contributi fissi (artigiani/commercianti), ma non sempre.
- Se sei un professionista iscritto alla Gestione Separata, paghi comunque in base al reddito.
- Se hai una cassa professionale (architetti, avvocati…), paghi i contributi alla tua cassa.
In breve:
Tipo attività | Quanto si paga? | Cosa sapere |
---|---|---|
Professionisti | 26,07% del reddito imponibile | Nessun fisso, solo a % |
Artigiani/commercianti | ~4.500 € fissi + % su reddito | Anche se non fatturi |
Con lavoro dipendente | A volte esonero, ma da verificare | Varia caso per caso |